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Commentando quello che mi và, quando mi và!

sabato 28 aprile 2012

Hidden Jewels: Yomigaeru Sora - Rescue Wings


"Gioielli nascosti" come traduzione letterale: dopo il "pessimismo" di Arjuna ci voleva qualcosa di ottimistico per bilanciare no?
All'inverso, come ci sono anime che non mi sono piaciuti/sono ritenuti validi, è vero anche il caso opposto, ovvero anime che mi sono piaciuti (molto!) e sono o poco o per nulla conosciuti!
Ho ripescato a tal proposito una vecchia recensione che postai sia su Mangaitalia (ora morto) ed anche sul forum di ACK (che esiste ancora ma è popolato da non-morti..anzi è un non-morto pure lui direi...): lasciarla li mi spiaceva ed è un buon modo per "tramandarla ai poster" (ghghgh!) nonché fare pubblicità alla serie in sé!

Warning: chi non ha visto l’anime ed ha intenzione di farlo eviti di leggerlo sennò ve lo spoilerate, per gli altri invece che magri lo hanno scartato/accantonato se queste mie considerazioni possono spronarvi a vedervelo allora leggete subito!


Parte 1: Analisi Tecnica 


-  A livello tecnico, pure essendo un’anime “breve” (12 episodi + 1 special prequel) la serie si colloca in una fascia “medio/standard”:  l’ animazione non è nulla di eclatante essendo abbastanza canonica ma più che mostrare scene concitate/dinamiche ha comunque un sua realizzazione pregevole: qui c’è una certa “pacatezza” in tutto, non si punta a stupire con chissà quali effetti (e del resto pure il soggetto poco si adatterebbe ma ne parlo sotto in relazione alla trama!^^)
Andando più nello specifico:

- Il charades (Tetsuya Takeuchi) è molto bello ed è orientato su proporzioni/tratti “realistici” come l’anime richiede e l’autore nel tratto richiama non poco H&C e Nodame (di cui era il key animator);
I fondali vanno dal buono al sufficiente, anche se in linea di massima sono più curati i paesaggi naturali che quelli urbani; la colorazione tende a prediligere toni abbastanza tenui/acquarellati, scordatevi oggetti/personaggi sgargianti/saturi come in altre serie!

- Il tutto si intona bene con la narrazione/regia (Katsushi Sakurabi) molto “sobria” che segue con relativa distanza/deferenza i personaggi come fosse una ”ripresa a grandangolo mentale” e che riesce a mantenere vivo il pathos sia nella quotidianità ma  soprattutto nelle scene di azione/soccorso: il regista ci sa fare (Gunparade March, Asatte No Houku, Alcuni ep.di Utena e Shigofumi) e centra tutto sui personaggi/situazioni (cosa che IMHO gli riesce decisamente bene!)

- L’aspetto più curato è sicuramente il mechanical design (o mechades in short), ovvero l’elicottero (un UH-60J, versione modificata dell’ UH-60a “Black Hawk” americano) che il nostro protagonista pilota nelle missioni di soccorso e tutto ciò che ci ”ruota” attorno: dagli strumenti nella cabina di comando alle tecniche di pilotaggio/movimenti del velivolo; si nota subito che tale mezzo è frutto di una 3D CGI (sospetto renderizzata usando un modello reale vista la cura) e che “spicca” rispetto agli altri velivoli (prettamente degli F15J/U-125°, ah ecco il link del comparto meccanico dell’anime giusto per farsi un’idea!); all’inizio non ero molto convinto della scelta di usare un mezzo in rendering CG ma tutto sommato devo dire che si adatta abbastanza bene all’anime e quindi me ne ritengo soddisfatto! (al contrario di altre cose seppur tecnicamente ineccepibili come Macross 0…)

- Le musiche/bgm (Hayato Matsuo) svolgono egregiamente il loro ruolo, sottolineando a dovere i momenti riflessivi del protagonista con pezzi prettamente di piano/chitarra (molte volte acustica) o le scene di azione con una buona score orchestrale, cmq una valida ost orientata su strumenti classici con qualche inserimento elettrico; l’unico “difetto” se così si può dire è che vengono usate “con parsimonia”, molte volte è solo il silenzio/rumori ambientali che accompagnano l’animazione per meglio sottolineare le azioni/riflessioni dei personaggi.

 - Ottime le 2 sigle a livello musicale: la op, “Ashita o Tomenai de” (Don't Stop Tomorrow) è più o meno una “carrellata” dei personaggi con una buona song di Aki Misato mentre la Ed “EMBLEM: Na mo naki Eiyuu-tachi” (The Nameless Heoes) si concentra prettamente sui 2 mezzi principali del Komatsu Air Squadron (il già citato UH-60 e U-125A )


Parte 2: Analsi Tematica


Ed ora veniamo alla trama: di che parla esattamente stò Rescue Wings?

Come si deducie già dal titolo l’anime verte prettamente attorno al Komatsu Rescue Air Squadron, praticamente una unità dell’Esercito specializzata in interventi di salvataggio costiero/soccorso tramite l’utilizzo di Elicotteri/Jet... anzi no: la trama verte principalmente sull’arrivo del nostro protagonista, Uchida Kazuhiro a tale base dopo esservi stato trasferito... con suo sommo rammarico!

Già perché il Nostro aveva intrapreso la carriera di pilota militare con il sogno diventare pilota si.. ma d’aereo! Invece viene assegnato al soccorso elicotteri… oltretutto il suo superiore diretto/istruttore lo “inquadra” subito e quasi lo “minaccia” di lasciare tutto se quello che cerca è solo un incarico temporaneo in attesa di trovarne uno migliore.
Se ci aggiungiamo anche il trasferimento da Tokyo ad una zona quasi “rurale” (per lo meno per uno che è vissuto nella metropoli fino a prima) e la lontananza/difficoltà di comunicazione (anche dovuto al lavoro/reperibilità di un pilota in costante stato di allerta) con la fidanzata Megumi il ragazzo parte decisamente col piede sbagliato…

Detto questo, chi legge potrebbe pensare “ma è la solita solfa di abnegazione/buoni sentimenti/riscatto con tanto di spot per la JSFD!!!” …. In parte qualcosa è vero, vi sono alcuni di questi elementi.. però la serie si concentra principalmente si sulla “caduta ed ascesa” di Kazuhiro ma non è certo in questi termini, non si vedono scene “gloriose” con gli uomini dell’Air Rescue in pompa magna a salvare capra e cavoli ogni volta (anzi… praticamente su 3-4 missioni che compiono solo 1 è del tutto positiva e le altre sono un mezzo fallimento…) e Kazuhiro stesso a fine serie è tutt’altro che il Maverick degli elicotteri!

Il bello è proprio nel messaggio: la serie segue il nostro protagonista nei suoi ragionamenti/missioni per mostrarci la sua crescita interiore/accettazione più come se fosse uno slice of life (o per lo meno una commistione slice/seinen) ed alla fine raggiunge un “equilibrio” per così dire tra la sua vita ed il suo lavoro trovando un senso alla sua esistenza.

Nell’anime questa maturazione psicologica è resa davvero bene e passa per vari momenti cruciali: l’arrivo ad un nuovo luogo/lavoro/colleghi, l’evidente disprezzo del suo istruttore, la difficile relazione con Megu, la prima missione dove da osservatore diventa parte attiva, si impegna e finisce pure male (molto male... ;_; ) facendolo sentire inutile, la lenta risalita seppur tra mille difficoltà, il crescente rapporto di confidenza con i compagni e la prima missione “pulita”, una sorta di avvicinamento con il suo superiore (seppur continui a ritenerlo un pivello ne riconosce l’impegno e la dedizione indispensabili per essere parte di un team) ed infine l’ultima missione mostrataci, che si risolve  anch'essa in un salvataggio fallito ma cmq da cui il nostro protagonista impara molto e ciò lo porta verso la decisione/consapevolezza che il soccorso aereo è la scelta di vita giusta!

Per me si può riassume il tutto come “se prima odiavo/non capivo questo lavoro e mi ritenevo inadatto adesso voglio farlo perché è qualcosa che mi dà valore/arrichisce”; oltretutto Kazuhiro è continuamente roso da dubbi/insicurezze che non svaniscono del tutto, e riconosce che il suo giudizio molte volte è offuscato dal voler fare l’impossibile senza badare troppo alle conseguenze (il suo superiore da contro è molto freddo e calcolatore come dovrebbe essere un comandante e forse anche per questo i 2 si “scontrano” durante la serie), non diventa certo “perfetto” a fine serie, anzi, le sue incertezze rimangono anche se si può dire che il suo cuore alla fine è sgombro da nubi ed accetta serenamente e con convinzione quello che prima era “solo un lavoro” mentre adesso è qualcosa di più…

Davvero, la caratterizzazione psicologia è quasi perfetta e la contrapposizione con Hongou Shuujrou (l’istruttore) che ne diventa una sorta di alter ego/versione “adulta” lo aiuta/sprona molto (seppur in mezzo ad un certo attrito) a maturare; anche la sua girl, Megumi, si rivela determinante (e non solo per ovvi motivi fisiologici ghghgh!) ed anzi, si può dire che entrambi si sostengano a vicenda nei momenti cruciali (ed il bello è che si vedono relativamente poco e comunicano/interagiscono prettamente a distanza “a la Shinkai!”)
Gli altri personaggi sono abbastanza “di contorno” ma sono cmq efficaci e necessari, una sorta di 2da sezione veicoli speciali” senza Labor (per lo meno quei 3-4 pers. che hanno un buon screen time ^^’) che gravitano attorno al nostro.

L’ultimo ep. (il 13mo) invece è uno special/prequel che parla del precedente “medico a bordo” dell’elicottero di soccorso e del suo ultimo mese di servizio attivo: dalla quotidiana routine della mattina (colazione con la moglie, jogging di corsa fino alla base, presa di servizio, ecc,) fino al ritorno a casa; il tutto si intreccia con la sua vita, col motivo per cui ha deciso di diventare un medico, con l’incontro/amicizia con un giovane Hongou, fino all’ultima missione “attiva” .. per poi a ricollegarsi egregiamente con il primo ep. con l’arrivo di Katsuhiro!

Chiusura “atipica” per la serie ma che riprende/completa ottimamente il tema “ora so chi sono e cosa voglio fare della mia vita” facendoci vedere la cosa dal punto di vista di una persona che lascia il servizio attivo per passare dietro ad una scrivania come istruttore IMHO a simboleggiare il ”passaggio di consegne” (ma soprattutto DI VALORI!) tra una generazione e l’altra.


Parte 3: Considerazioni Finali 

  

Per quel che mi riguarda questa serie è da 8 pieno: niente mocciosi fighetti con super poteri o tizie più o meno scosciate coinvolte in quadrangoli amorosi improponibili, niente sboronate con aerei o mezzi vari ultra pompati dalla realizzazione tecnica, niente fan service di nessun tipo (be, forse i patiti di aerei e simili un occhio ce lo danno solo per quelli ma sono un mezzo e non il fine!) ma solo un ragazzo che simbolicamente diventa uomo in modo reale e anticlimatico, che fa un lavoro pericoloso si ma che dà un senso alla sua esistenza, il tutto in modo CREDIBILE.

Come già detto, il maggior merito/pregio della serie  và alla regia, sapiente e mai invasiva che sottolinea a dovere momenti riflessivi/introspettivi con altri più bucolici mentre è molto salda e sicura durante le missioni; non è certo “dinamica” come serie ma non era quella l’intenzione indi per cui chi si aspetta una qualcosa  orientato su azione e figaggine con aeri vari cambi decisamente sub o si riveda un qualche Macross!

Sicuramente il fatto di essere un seinen/slice eleva le ambizioni/introspezione della serie rispetto ad animazioni con target “basso”: forse è un po’ inutile fare commenti/paragoni con altre cose però personalmente a leggere che certi anime sono “incensati” per la gran cura messa nella caratterizzazione/psicologia dei personaggi (un titolo a caso sparando nel mucchio, Code Geass per dire) mi viene da chiedermi “ma questo allora? Ma tutta le gente che SBAVA per roba così questa serie l’ha mai vista?”


Probabilmente no.

Spero che questa recensione sia in qualche modo d’aiuto/ispirazione agli “indecisi” come già detto sopra, ho scritto/detto più o meno tutto quello che sentivo a riguardo.




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