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Commentando quello che mi và, quando mi và!

martedì 15 maggio 2012

British Steel!

Come da titolo, parte 2 sui alcuni gruppi HM vecchi (e forse nuovi...) che trovo meritevoli di attenzione nel campo!
Iniziamo direttamente dai più "vecchi", quelli che hanno ispirato un genere (oltre che al titolo del post) ovvero:

Judas Priest 

Gruppo storico della scena Hard & Heavy, si può dire che siano stati i primi per cui si inizi a parlare propriamente di "metallo pesante" (almeno nell'accezione odierna): parto direttamente dal 2do platter in quanto il 1mo ("Rocca Rolla", 1974,  un nome un programma) è per loro stessa ammissione un disco prodotto male e troppo legato all'hard rock (e personalmente lo trovo anche bruttarello tolta qualche canzone); indi saltiamo direttamente al debutto in territorio HM ovvero: 


"Victim Of Changes" (1976): ritenuto quasi unanimamente il capolavoro della discografia del gruppo (e sicuramente il più bello del periodo 70) è il disco che li lancia come "metal priest": in questo platter c'è tutto quello che dovrebbe far grande un gruppo/disco HM: la voce magnifica di Rob Alford, le 2 chitarre che duellano di KK Downing e Glen Tipton ed una sezione ritmica all'altezza che supporta alla grande il terzetto principale; tutte le canzoni sono meritevoli di attenzione ma su tutte spicca la title track, monumentale nei suoi quasi 8 minuti di lunghezza, così come epica è anche la cover (i Priest non avranno più una cover altrettanto bella imho)


"Sin After Sin" (1977): il successore di VOC è un filo meno bello (ci sono un paio di pezzi non all'altezza) ma complice una produzione migliore/suoni più aggressivi risulta cmq un valido successore del precedente; tra l'altro i Judas passano alla fama/storia anche per 2 cover, di cui una presente su questo disco ovvero:


la cover di "Diamond and Rust" di Johan Baez, dove Rob Halford mette alla luce tutta la sua bravura dietro il microfono ed il gruppo re interpreta un classico pop in chiave metal con risultati davvero ottimi IMHO. meglio dell'originale di solito ci può essere solo la cover (metal :P) 


"Stained Class" (1978): assieme al 2do il mio disco preferito dei Priest anni 70: un platter senza punti deboli e con un paio di highlight come questa canzone o la splendida "Beyond The Realms Of Death"; produzione in costante miglioramento ed oramai il duo Tipton/Downing alle chitarre è più che affiatato.


"Killing Machine"("Hell Bent For Leather" negli USA)" (1979): un disco un filo "commerciale" con qualche pezzo più leggero e/o meno ispirato imho, ma non mancano le perle come la title track o la cover dei Fletwood Mac per l'ultimo disco degli anni 70; gli 80's sarebbero iniziati/proseguiti sulla stessa falsariga (ovvero non bene imho) col "ruffiano"...


"British Steel" (1980): (che poi è il titolo ispiratore del post :P) qui siamo un filo più "duri" rispetto al precedente ma cmq manca imho la parte di fraseggio chitarristico che aveva caratterizzato così bene i precedenti dischi anni 70 (in particolare gli assoli sono meno incisivi/più semplici se non assenti in alcune canzoni) a favore di melodie/riff più anthemiche ed immediate; da molti amato alla follia, imho è il disco metal "commerciale" degli anni 80 dei Priest (senza però essere sul commerciale schifido come  Turbo...) ; il gruppo  avrebbe continuato sulla stessa linea anche col seguente:


"Point Of Entry" (1981): ovvero il disco dei Judas che non si ama ne si odia, ma che di solito si "dimentica" della discografia (assieme al 1mo); qui si recuperano i soli che mancavano nel disco prima ma in generale ha un feeling molto hard rock e poco heavy metal (senza contare che le canzoni non sono "ruffiane" come il precedente indi tendono a farsi dimenticare in fretta salvo un paio come quella che ho linkato); e di fatti non piacque granché/fu un discreto flop...
Crisi di idee? Carriera finita?
Consci della cazzata,i Judas per farsi perdonare avrebbero sfornato di fila 2 tra i loro migliori dischi ovvero: 


"Screaming For Vengeance" (1982): da una delle intro più anthemiche di tutti gli anni 80 già si capisce di che pasta sarà fatto il disco: un bella legnata heavy metal in quasi tutte le sue parti (in realtà un paio di pezzi non sono all'altezza ma tutto il resto è più o meno su questo livello); debutto delle cover "steampunk" (come amo chiamarle) che li avrebbero accompagnati per 3 dischi.


"Defenders of the Faith" (1984): per molti fan IL Disco dei Judas (e dell' HM in generale); difficile dargli torto: è il disco PERFETTO che ha tutto: riff assassini macinati alla perfezione da Tipton/Downing, gran prestazione vocale di Halford, gran melodia unita a potenza e composizioni che si assimilano subito sena risultare noiose o banali, il titolo poi parla da solo: i Judas sono i "difensori della fede" (metallara)!
Che ovviamente provvedono a sputtanare col seguente (si dice pensato per il mercato americano)


"Turbo" (1986): produzione tra suoni elettronici ed ammorbiditi, è il più odiato dai fan dei Priest, troppo "leccato" e decisamente moscio (soprattuto dopo "Defender" nessuno si sarebbe aspettato una caduta di stile così netta; ci sarebbe voluto un altro disco "di rodaggio" per tornare di nuovo grandi (per l'ultima volta purtroppo!) ma prima sarebbe venuto il discreto:


"Ram It Down" (1988): dopo la debucle di "Turbo" è un buon ritorno a sonorità metalliche più significative; in sé è un disco riuscito a metà, in quanto ci sono canzoni ottime come la title track/altri pezzi più che notevoli ma sono ancora presenti le "scorie" del precedente platter con un 2-3 pezzi così così (tra cui la cover più brutta dei Priest, ovvero "Jhonny B Goode" di Chuck Berry); cmq dopo il 2do disco la loro miglior copertina imho.
Questo disco è stato la "prova generale" per il ritorno in auge con il grande:


"Painkiller" (1990): al pari di "Defenders" e "Sad Wings of Destiny" il miglior disco dei Judas; tutte le canzoni sono ottime ed in particolare la title track è aggressiva (soprattutto il cantato di Halford è molto vicino allo screaming death che iniziava a diffondersi) e fulminante (l'assolo centrale è spettacolare)!
Ahimè, sarebbe stato il "canto dei cigno" per i "Sacerdoti di Giuda" in quanto per beghe legali prima ed abbandono di Halford poi, si sarebbero arenati per 7 anni prima di tornare con Tim "superpippa" Howens nel 97 col (pessimo) "Jugulator" e da li in poi un altro album mediocre (sound troppo moderno/panterizzato), per poi ritornare con Halford (nel frattempo con alterne fortune da solista) a riproporre (stancamente imho) dischi/idee già vagliati nelle decadi precedenti.
imho i Judas Priest finiscono (in gloria!) con questo disco.


Iron Maiden




"Iron Maiden" (1980): ovvero, l'altro grande gruppo inglese che avrebbe influenzato buona parte della scena HM da li in poi assieme ai Judas (che la crearono si può dire); sicuramente tra i più originali nonché quello di maggior successo emerso dalla NWOBHM, che per tutti gli anni 80 dettò legge.
Già da questo 1mo disco si sente la gran vena compositiva di Steve Harris (bassista, principale compositore e mastermind del gruppo) unita alla gran performance interpretativa di Paul Di Anno (imho molto debitore al punk per intonazione e carica) ed al buon Dave Murray alla chitarra ritmica (in pratica il nucleo principale del gruppi agli esordi); altra nota caratteristica, le ottime copertine di Derek Riggs (che li avrebbero accompagnati per buona parte della loro carriera) raffiguranti Eddie (ovvero la "mascotte" non morta del gruppo) che negli anni si sarebbe sempre più "espanso" soprattuto durante le esibizioni live del gruppo) 
Ance se ancora acerbi, sfornano cmq un platter di tutto rispetto con canzoni eccezionali come la qui prese o l'ottima "Rember Tomorrow" o la strumentale "Transylvania"; un percorso/progresso musicale che sarebbe continuato in crescendo nell'altrettanto valido:



"Killers" (1981): con l'abbandono di Dennis Stratton alla chitarra solista (sostituito dal bravissimo  Adrian Smith) i Maiden guadagnano in compattezza e tecnicità dei soli; Di Anno qui è al suo meglio (prima di venir cacciato per i suoi crescenti problemi di alcolismo) ed il disco è un degno erede del suo predecessore: composizioni più raffinate e tecniche ed in generale una sicurezza maggiore de membri del gruppo che cominciano ad evolvere dal sound/retaggio "punk" vero quello che diverrà col successivo il "Maiden Style".
I fan dei Maiden "classici" qui si fermano/considerano questo il loro capolavoro di norma; il motivo è semplice, il "sostituto" del cantate (dal disco successivo) sarebbe stato amato si in linea di massima ma mai considerato come il "vero" front man del gruppo che suonava NWOBHM.


"Number Of The Beast" (1982): con l'arrivo di Bruce "Air Raid" Dickinson i Maiden avrebbero trovato il loro fornt man ideale imho; molto più  tecnico/dotato vocalmente di Paul Di Anno il nuovo arrivato  mette subito in mostra i polmoni ed canta quello che è considerato da molti il più bel disco dei Maiden 1ma maniera: tutte canzoni perfette o quasi si cui spiccano la title track e la qui presente a chiusura del disco; i testi con la presenza di Bruce (che assieme a Steve Harris ed Adrian Smith si occupa della composizione dei pezzi/lyrycs) guadagnano in tematiche e profondità grazie alla sua passione per miti e leggende ed il gruppo comincia ad essere "the next big thing" nell'ambiente metal!
Anche grazie alle numerose, spettacolari e virtualmente perfette esibizioni live, che sfruttano al meglio gli effetti scenici e di cui Bruce è sempre al centro come una pallina da flipper impazzita che corre in lungo ed in largo al contempo cantando a squacricagiola.
Da qui in poi una lunga carrellata in crescendo fino all'88!
Anche se manca il 5to membro fondamentale per il gruppo, che arriverà sul 4to disco ovvero:


"Piece Of Mind" (1983): già dalla rullata di batteria iniziale salutiamo l'arrivo dietro alle pelli di Niko mcBain, che sostituisce il bravo (ma imho inferiore ) Clive Burr dietro la batteria; il sound dei Maiden diventa più complesso/guadagna in costruzione e Steve ha un degno contraltare a supportarlo durante la parte ritmica! Un ottimo disco con giusto un paio di pezzi sottotono ma con classici quali la opener di cui sopra, "The Trooper " e "Flight of Icarus" tra gli altri (essere il successore di "Number" non è cosa facile...)
Si tratta comunque del primo disco della "formazione perfetta" dei Maiden, a cui sarebbe seguito uno dei loro più grandi successi di critica e di pubblico, ovvero:


"Powerslave" (1984): dopo essersi "rodata" col disco precedente la nuova formazione fa faville con  alcuni dei pezzi più belli della loro carriera, in particolare il trittico "Acesh High", "Powerslave" e SOPRATTUTTO la lunga (13 minuti e passa!) ma bellissima "Rime Of the Ancient Mariner" sono classici tra i classici!
La altre canzoni del disco non sono male ma in genere sfigurano di fronte a queste 3!
La cover del disco imho è la più bella assieme/dopo a quella del platter successivo e del live del 1985 ovvero:


"Live After Death" (1985): Di solito non amo segnalare i Live , però il tour mondiale intrapreso dai Maiden regala questo entusiasmante concerto che testimonia la perizia/abilità on stage del gruppo in maniera egregia!
Dopo 2 anni di pausa in studio avrebbero realizzato la loro prima sperimentazione, ovvero:



"Somewhere in Time" (1986):  un disco suonato con il guitar synth (in pratica una sorta di "banco mixer" attaccato alla chitarra per controllarne elettronicamente il suono) che riflette ottimamente il tema "tecnologico" del platter, con testi parzialmente ispirati a romanzi di fantascienza come Heinlein (la qui presente "Stranger in a strange Land") o famose serie tiv ingelsi come Dr Who ("Caught Somewhere in Time"); menzione particolare per la cover di Derek Riggs (imho la più bella del gruppo) che ha al suo interno continui rimandi ai dischi/singoli  precedenti dei Maiden (tipo "l'Aces Hig Bar") o a film/romanzi di fantascienza (consiglio un salto sulla Wiki inglese del disco che sono davvero un fottio!) 


"Seventh Son of a Seventh Son" (1988): ultimo disco valido (nonché uno dei miei preferiti!) del 5tto di Leyton, si distingue per l'uso abbastanza elevato di sintetizzatori e per essere in parte un concept album (in particolare 3 canzoni sono legate da una base comune), oltre che per avere vaghe influenze progressive (uno dei motivi per cui mi piace molto! :P)

imho "canto del Cigno" di Steve e soci, perchè dopo quest'ottimo platter Adrian Smith se ne sarebbe andato (rimpiazzato da quell'incapace di Janick Gears) ed i Maiden avrebbero perso in composizione e soli; dopo 2 dischi mediocri ("No Prayer for the Dying", 1990 e "Fear of the Dark", 1992 che è cmq amatissimo da parte dei fan) avrebbero perso pure il loro frontman sostituito da un cantante non all'altezza imho (ovvero tale Blaze Bailey) dando la mazzata definitiva alla loro credibilità (soprattutto dal vivo  le sue performance vocali sono imbarazzanti sul vecchio materiale, proprio non ce la fà); dopo un paio di dischi con lui al microfono (brutti, seppure con qualche variazione compositiva interessante) il ritorno di Bruce e Adrian in formazione (cacciando Blaze ma tenendosi superpippa Gears a fare da suppellettile come 3za chitarra...) I Maiden ritornano alla gloria di pubblico (ed in parte di critica) sfornando negli ultimi anni dischi che si dividono tra l'amarcord (riciclato) del periodo 80 e/o sperimentazioni su strutture simil prog e canzoni (troppo!) lunghe, ma oramai la vena creativa si è esaurita a fine anni 80 (purtroppo!)

Rimangono cmq delle icone (in positivo ma anche in negativo dopo i '90s purtroppo!) per la scena metal di cui hanno contribuito a creare immagine e attitudine (oltre che ad aver ispirato/avviato al genere molti gruppi/ascoltatori) indi seminali (forse come e più dei Judas)


Saxon



"Saxon" (1979): bellissima intro e 1ma canzone per un buon mix hard & heavy per il terzo gruppo che ha delineato la NWOBHM ed ispirato molti  gruppi successivi (nonché schiere di bikers per testi ed immagine  :P), i Saxon degli esordi (1979-1983) godono di una buona fama/vasta audicence; imho sono molto accostabili ai Riot statunitensi come stile (un misto hard & heavy che non li abbandonerà mai) ed evoluzione (in progressivo indurimento del sound/pezzi in questi anni)
Mastermind della band il cantante/compositore Biff Byford ed il chiarrista Paul Quinn (gli unici membri da sempre presenti nella line up) ; buono nel complesso con altri pezzi notevoli ma sarebbero esplosi col successivo paltter, ovvero: 



"Wheels of Steel" (1980): come back col botto (uno dei dischi più venduti/amati della NWOBHM) per un platter tutto di buon livello e molto giocato sulle belle melodie di chitarra/voce; gran opener (caratteristica che i Saxon avrebbero mantenuto per quasi tutti i loro dischi, ovvero sfornare sempre una gran prima traccia!) nei 2 anni successi i Saxon realizzano altri 3 dischi altrettanto validi, ovvero:


"Strong Arm Of The Law" (1981): proprio un "tuono di metallo pesante" (per l'81 almeno) apre questo ottimo disco: il sound è un filo più duro del precedente come le canzoni sono più "veloci" di media: assieme al successivo il miglior disco dei Saxon imho.


"Denim and Leather" (1982): forse il disco "definitivo" dei Saxon, ha tuto quello che serve per sfondare: melodia, buoni cori/riff ed un gran feeling anni 80 in pieno stile NWOBHM (imho molto più dei primi 2 Maiden per dire!) 



"The Power and the Glory" (1983):  ultimo grande disco dei Saxon, anche se non tutte le canzoni sono allo stesso livello della title track: il successivo "Crusader" avrebbe segnato il "tradimento" del gruppo vero sonorità più vicine al glam metal e da il i in poi per almeno un 3-4 anni di dischi mediocri in tal senso, per poi tornare lentamente verso un sound più hard/heavy oriented.
Ma oramai il metal si era evoluto verso ben altro (Thrash e Speed) ed i Saxon con loro H&H anacronistico rimangono fuori tempo massimo imho; senza contare che tutto quello che avevano da dire lo finiscono qui "in potere e gloria!" :P


Diamond Head


"Lightining To the Nations" (1980): Gruppo molto famoso all'iznio degli anni 80, avrebbe ispirato gruppi successivi come Metallica (il 1mo disco dei 4 horsemen si potrebbe dire basato parecchio sulle ritmiche di "The Prince" come si può sentire) e Megadeth, un ottimo esordio di HM con riffing serrati e buoni cambi di tempo/ritmo; il gruppo si sarebbe più o meno confermato col successivo:


"Borrowed Time" (1982): Più che un disco vero e proprio una sorta di mini lp con un paio di pezzi riproposti dal platter precedente, cmq un buon successore alle composizioni precedenti (o forse solo un modo per pubblicare le canzoni rimaste "fuori" dal predecessore :P); col 3zo disco (Canterbury, 1983)  i Diamond Head avrebbero intrapreso sonorità progressive che li avrebbe fatti allontanare dai fan/il gruppo si sarebbe sciolto di li a poco: imho un bel disco ma non in relazione al genere qui trattato; riformati anni dopo con alterni risultati, il loro periodo migliore è quello della 1ma formazione/primi 2 dischi.


Angel Witch


"Angel Witch" (1980): uno dei gruppi più particolari/di successo emersi dalla NWOBHM; gran 1mo disco con canzoni oltremodo variegate, purtroppo gli AW avrebbero avuto una storia parecchio travagliata ed avrebbero realizzato solo 3 dischi tra continui sciolgimenti/cambi di formazione; unico membro sempre presente il chitarrista compositore/front man (ed ovvio mastermind) Kevin Heybourne.


"Screamin' and Bleadin" (1985): ottimo sequel del debutto, anche se in territori più HM classico e meno sperimentale del 1mo; nel complesso un buon disco un filo inferiore al predecessore come varietà ma suonato decisamente meglio.




"Frontal Assault" (1986): ultimo platter valido (seppure in calo ed un filo tropo melodico/commerciale)  per gli AW; dopo questo disco lo sciogllimento durato anni ed un ritorno nel 2010 ma anche qui il periodo migliore è oramai alle spalle.


Per oggi mi fermo qui con i gruppi inglesi: al prossimo giro un po' di Germania così si copre bene tutta la scena metal migliore del periodo 80-90! :P )









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